Sono molti anni che Luigi Golin, incisore veneto, si dedica in particolare alla xilografia, non solo in bianco e nero e a colori, ma portando avanti interessanti sperimentazioni. Tra queste, affascinanti risultano le incisioni intessute che realizza a telaio. Sono opere di grandi dimensioni, di cui segue ogni passaggio, dall’incisione alla stampa alla tessitura alla piegatura/rilegatura. E tutte riportano alla dimensione libro, la sua prima passione, come ben lo si comprende nella mostra “Babele, la torre”.
A dare il titolo è una torre alta più di due metri e composta da sei piani con facce stampate a colori da venti matrici e poi disposte senza un ordine logico. Un’opera per far riflettere su quanto oggi si sia più impegnati a parlare che ad ascoltare, come osserva infatti l’artista.
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